Matematica: un'oasi felice
VENERDÌ 14 MARZO 2014
(aula di Fisica del Liceo Chiabrera)
Edito con il contributo della Fondazione de Mari
MATEMATICA: UN'OASI FELICE
di Bruno Spotorno
presentazione di
Guglielmo Marchisio (già Preside del Liceo)
Un libro di matematica concepito e messo a stampa dal Liceo Classico?
Può sembrare una provocazione o un errore di indirizzo. Invece è possibile, anzi è vero!
Bruno Spotorno lo ha fatto e gliene siamo grati.
Gli siamo grati perché ci ha riportato indietro nel tempo, agli anni della nostra gioventù.
Gli siamo grati perché ci ha insegnato e ci insegna che la matematica è viva, dinamica, possibile per tutti.
Gli siamo grati perché ci ricorda che la volontà di approfondire non conosce età o limiti biologici.
Gli siamo grati perché ci ha permesso di essere ancora qui, nell'aula di fisica, in mezzo a tanti marchingegni forse desueti ma che ci ricordano momenti e sensazioni ormai datate che riaffiorano dagli angoli più reconditi della nostra memoria.
L'emozione dei ricordi svanisce di fronte alla logica e alla dialettica sicura e convincente di Bruno Spotorno.
Leggere questo libro non sarà facile per tutti.
Entrare in sintonia con l'Autore e le sue affermazioni, i suoi commenti e le sue personali valutazioni questo sarà più facile e certamente sarà di grande aiuto per ciascuno di noi, soprattutto per quanti lo hanno conosciuto come insegnate e come uomo.
Gli "Amici del Liceo Chiabrera" ringraziano Bruno Spotorno, il prof, perché anche da questa "lezione" hanno imparato molto, non solo in tema di radici quadre, fratto o pi greco ma soprattutto hanno imparato che il rigore scientifico si coniuga sempre e molto bene con la capacità di pensare, con il desiderio di allargare il proprio orizzonte culturale, con la voglia costante di "essere" nonostante gli anni e gli avvenimenti della vita pesino e non poco.
Ai giovani, che oggi siedono su questi banchi, che un tempo furono anche i nostri, possiamo solo dire di "guardare avanti" con fiducia e tenacia, proprio come fece Enea giungendo sulle rive di Lavinia dopo una tempesta, quando disse ai suoi amici stremati e delusi: "forsan et haec olim meminisse iuvabit".