Alma Gorreta
Nasce il 31 gennaio del 1880 a L'Aquila, dove il padre era direttore delle carceri.
Il lavoro del padre la obbliga a vivere la propria infanzia e giovinezza in diverse città italiane.
Si iscrive alla Facoltà di Lettere dell'Università di Bologna dove si laurea nel 1903 con una tesi dal titolo "La lotta fra il Comune bolognese e la Signoria estense". Il lavoro è originale per cui viene pubblicato nel 1906 dalla casa editrice Zanichelli.
È del 1910 la pubblicazione di "Una frottola inedita di Pietro Aretino".
A Bologna scrive per il giornale "Il Resto del Carlino" insieme ad altre firme importanti del mondo letterario femminile, come Matilde Serao e altre scrittrici del tempo.
In quel periodo si iscrive anche alla Facoltà di filosofia. Frequenta i corsi prima nel capoluogo emiliano e poi a Pavia ma non consegue mai questa seconda laurea.
Insegna in numerose città italiane.
Durante l'anno scolastico 1914-15 è a Pavia e in quel periodo abbraccia la causa interventista dell'Italia nella prima Guerra Mondiale.
Dal 1916 al 1921 dirige la Scuola femminile "Maria Clotilde di Aosta" ad Avezzano in provincia de L'Aquila che nel 1915 fu quasi completamente distrutta da un terremoto ed i suoi abitanti quasi completamente estinti (10.700 su 12.000 residenti morirono in quel terribile evento).
Dal 1924 a 1927 insegna al Liceo di Terni. In questa città frequenta Elia Rossi Passavanti deputato del PNF. Scrive anche sul giornale locale con lo pseudonimo "Il Girovago". Scriveva articoli appassionati con lo stile dell'epoca ma sempre molto aderenti alla realtà. Si avvicina al fascismo tanto che fondò e guidò nel 1927 i Fasci Femminili.
Il connubio con Passavanti è fondato su ideali patriotici e nazionalistici, senza mai scivolare nella retorica squadrista tipica dell'epoca.
Nei suoi scritti Alma Gorreta inneggia al valore culturale e sociale della scuola, crede fortemente nel suo ruolo di educatrice autonoma per elevare gli uomini verso valori di libertà e di autonomia di pensiero.
Pur rimanendo fedele a questa sua scelta ideologica, anche quando il regime fascista darà la peggior espressione di brutalità e negazione della libertà, Alma Gorreta sarà ricordata sempre come "maestra di libertà".
Nel 1928 Passavanti, in seguito a contrasti politici interni al partito fascista perde ogni incarico istituzionale e anche la sua collaboratrice, Gorreta, viene allontanata da Terni ed "esiliata" d'ufficio per ordine del Ministro alla P.I. ad Aosta.
Qui resta fino al 1933, forse con qualche altro spostamento nel quinquennio, di cui però non si ha traccia.
Nel 1933 arriva al Liceo Classico G. Chiabrera.
Al momento abbiamo pochi elementi della sua vita savonese. Qualcosa abbiamo desunto dalle testimonianze di alcuni ex allievi intervistati nel corso di una ricerca storica datata tra il 1999 e il 2000 relativa alla applicazione delle "leggi razziali del 1938.
Uno degli intervistati, Angiolo Luzzati, che venne espulso in virtù di quelle leggi, descrive l'ambiente accademico del Liceo come a-fascista, salvo alcune eccezioni decisamente anti fasciste e molto pochi aderenti alla dittatura. Tra questi cita Alma Gorreta e riferisce "C'era qualcuno che non era votato a darci solidarietà. Una di questi era la prof.ssa Alma Gorreta che era fascista. "
Un altro, Umberto Albini, ha una opinione diversa "La prof.ssa Gorreta non aveva preso una posizione di netto rifiuto all'ideologia fascista [...] era fondamentalmente una persona emotiva, umorale. Viveva nell'idea dell'Italia di Mazzini e di Garibaldi..." e in conclusione di lei dà questo giudizio "Non ha mai fatto del male a nessuno e non ha mai trasmesso l'ideologia fascista".
Di lei, Giuseppe Noberasco, ha questo ricordo "Non è vero che fosse fascista. Forse si può dire che era nazionalista, ma nel senso sano del termine. [...] Era una professoressa intelligente, capace, sensibilissima..."
Un altro ex allievo, Carlo Russo la descrive così: "Nel Comitato di Liberazione Nazionale, nel 1945, vi furono la prof.ssa Gorreta e..." quindi in una posizione decisamente anti fascista.
Un altro ex allievo, Renato Luzzati, costretto anche lui a lasciare la scuola e fuggire in Svizzera ricorda dei professori che "...i militanti antifascisti erano Carando e Guido e forse un po' la signora Gorreta ma non lo ricordo con precisione".
Pareri discordanti, a volte antitetici. Certamente era persona di grande livello intellettuale, idealmente legata ad un mondo nobile (Foscolo, Mazzini e Garibaldi) vissuta in un momento di scelte molto difficili.
Forse nella targa in ricordo del suo grande amico e collega, Ennio Carando, è da ricercare la vera identità di Alma Gorreta.
Al Liceo vi insegna fino al 1950. Muore a Savona nel 1965.
La vita di Ama Gorreta è stata portata recentemente in un programma teatrale in scena a Terni dove visse alcuni anni della sua gioventù. Per avere notizie clicca qui